E dopo tanti aggiornamenti dolci, ecco uno salato! Finalmente! direte voi ;-) Pochi giorni fa nel blog di Federica ho visto questo filetto di maiale cucinato nella baguette. Un'idea che mi é piaciuta molto. Un modo originale di presentare il filetto.. e subito ho provato, be' a me é venuto un po' diverso, ho usato quello che avevo in casa, ho sostituito la baguette con la ciabatta e non ho messo lo spago, non ce l'avevo, ma la prossima volta lo rifaró uguale all'originale :-)
Riporto la ricetta presa sul blog "La cucina di Federica", mi raccomando visitate il suo blog, ci sono le foto passo passo della ricettina succulenta, davvero molto gustosa e d'effetto! Grazie Federica.
Filetto di maiale nella baguette
Ingredienti:
1 Baguette (io ho usato la ciabatta)
1 filetto di maiale (il mio pesava 670 gr)
pancetta di maiale a fettine sottili
Insaporitore Ariosto per arrosti
buccia di limone
rosmarino salvia.
Per prima cosa ho tagliato la baguette e tolto un pò di mollica.
Ho massaggiato il filetto con l'insaporitore e un pò di buccia di limone.
Ho messo il filetto dentro alla baguette, chiusa la baguette, tagliato il pane in più.
Ho steso la pancetta, insaporita anche questa con un pò d'insaporitore, ho messo un rametto di rosmarino e delle foglie di salvia, ho messo sopra la baguette e avvolta per bene nella pancetta, legato con lo spago da cucina.
Ho preso una teglia dai bordi alti che possa contenere l'arrosto, ho messo un filo d'olio, ho fatto rosolare per bene da tutti i lati e poi ho coperto e tenuto bagnato con un pò di brodo vegetale.
L'ho cotto a fuoco lento per 2 ore e mezza.
Poi l'ho lasciato raffreddare per 1 ora e tagliato a fette.
Ho filtrato il sughetto e cosparso sopra all'arrosto.
20 January 2010
Filetto di maiale nella ciabatta
19 January 2010
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop.
Tranquilli, non é di questo libro, letto qualche anno fa, che voglio parlarvi, ma passarvi la ricettina dei miei pomodorini verdi, non fritti ;-) sott'olio! In ottobre inoltrato c'é stata la raccolta degli ultimi pomodori verdi rimasti sulle piante. L'anno prima mon amour aveva pensato bene di mettere quelli acerbi sott'olio e, poiché non li aveva sciacquati bene dal sale grosso risultarono immangiabili, troppo salati. E, cosí stavolta ci ho pensato io, stando attenta a sciacquarli bene con l'aceto, e modestia a parte, sono usciti molto buoni, li abbiamo gustati qualche giorno fa, ad essere sincera un pó di remore ce l'avevo.
Per quanto riguarda le dosi, ho fatto ad occhio, servono:
pomodori verdi
sale grosso
aceto di vino bianco
olio d'oliva extra vergine
origano
spicchi d'aglio.
Lavate ed asciugate con molta cura i pomodori verdi. Tagliateli a fette o a spicchi, metteteli a scolare in un colapasta coperti con abbondante sale grosso, mettete sopra loro un peso. Lasciateli riposare per 12 ore o un po' di piú. Scolateli dall'acqua di vegetazione che avranno lasciato, sciacquateli bene con l'aceto bianco e metteteli a bagno nell'aceto di vino bianco, lasciateli riposare una giornata. Dopodiché bolliteli appena e scolateli bene, tamponandoli con uno strofinaccio pulito strizzandoli leggermente per asciugarli il più possibile, lasciandoli ben distanziati tra loro su un piano coperto da un telo pulito, in luogo areato per qualche ora.
Disponete le fette nei vasetti sterilizzati cospargendo ogni strato con un trito di aglio ed origano (voi siate piú fantasiosi, usate anche timo, alloro, bacche di ginepro, semi di finoccchio o anche un'acciuga spezzettata e del peperoncino sminuzzato, se piace).
Ricoprite d'olio d'oliva, pigiate bene con un cucchiaio cercando di evitare la formazione di bolle d'aria. Chiudete i vasetti e lasciate riposare per circa due/tre mesi in un luogo fresco ed al buio. Più riposano più sono buoni.
Ed eccoli qui, saporitissimi, ottimi consumati come antipasto/contorno e per condire vari tipi di insalata.
Ieri sera ci siamo goduti questo strabiliante film tridimensionale, coinvolgente con una semplicità assurda, mi sono persa nel mondo di Pandora, in alcune scene del film, specie dentro gli abitacoli dei velivoli, sembrava piú di altri di essere davvero lí, e più volte sono saltata sulla sedia, perché mi sembrava che gli oggetti mi arrivassero addosso. I colori e la musica sono spettacolari! Per quanto riguarda la sceneggiatura, sono rimasta un pó delusa, la trama poteva essere meno banalotta, e a parte questa, é da vedere perché rimane cmq, un bellissimo film.
Grazie alla mia amicona Fely per i free ticket!
Enjoy Avatar!
15 January 2010
Piricchittus Campidanesi
Is piricchittus sono dolcetti sardi. Esistono due versioni di piricchittus, quelli del Campidano, che ho fatto io, sono semplici palline, ricoperti con glassa di zucchero aromatizzata col limone, pieni all'interno e morbidi. E quelli di Ittiri, conosciuti come is piricchittus de bentu (di vento) sono vuoti all'interno e leggeri, di dimensioni piú grandi, ricoperti con glassa di zucchero e limone, un po' grumosa.
Questi dolcetti golosi li ho sempre mangiati in Sardegna. Due sere fa, li ho visti nell'album di Asiul e, mi é venuta la voglia di gustarmeli. Cosí, ieri sera, mi sono cimentata nel farli (era la prima volta) con la ricetta di Mamma Mariolina, una garanzia, e La ringrazio anche qui per la ricetta. Vi consiglio di visitare il suo bellissimo sito. Che dire, per essere la prima volta sono molto soddisfatta del risultato, sono molto simili e mi hanno rievocato qualche ricordo.
Riporto la ricetta di Mamma Mariolina, io ho dimezzato le dosi.
Ingredienti:
farina - 1 kg
zucchero - 100 g
uova - 10 intere
olio - 20 cucchiai
lievito - 3 bustine
limone - 2
glassa:
albume - 1
zucchero a velo - circa 200 g
limone grattugiato
glassa2:
zucchero semolato - 250 g
acqua - 250 ml
limone grattugiato
Questi dolcetti sono così buoni che ci sono tanti modi di farli. Ognuno ha la sua ricetta! Si possono fare con le uova intere o solo con i tuorli e sono molto più friabili. Inoltre si può usare l'olio fatto scaldare dolcemente con la buccia di limone. Si possono fare più o meno grandi e saranno più o meno morbidi o croccanti.
Anche per la glassa ci sono tanti modi. C'è chi usa lo zucchero a velo e il limone e c'è chi usa l'albume con lo zucchero a velo. Qualcuno ricopre i piricchitus con una glassa liscia e compata al profumo di acqua fior d'arancia e qualcuno con una glassa più ruvida. Insomma ognuno segue la sua ricetta!!!!!
In una ciotola capiente mettete le uova intere e lo zucchero. Frullate fino ad averle ben spumose.
Aggiungete l'olio e continuate a frullare. Aggiungete la buccia del limone grattugiata.
Versate man mano la farina con il lievito e amalgamate fino ad ottenere una pasta morbida e liscia.
Fate una palla e fate riposare per una decina di minuti.
Potete fare il tutto con l'impastatrice!
Riprendete la pasta e fate dei filoncini non troppo grossi.
Con un coltello tagliate dei piccoli pezzetti e posateli nella teglia non troppo vicini.
Mettete in forno a 180° e fate cuocere fino a doratura.
Dovranno essere croccanti.
Quando tutti i piricchittus saranno cotti e freddi preparate la glassa.
Io ne ho fatto una parte con un albume e qualche goccia di limone dove poi ho pian piano aggiunto dello zucchero a velo fino ad avere la consistenza di una crema.
Ho versato in una grande ciotola una parte dei dolcetti e sopra ho messo lo zucchero preparato.
Con un mestolo di legno ho fatto in modo che lo zucchero ricoprisse i piricchittus.
Ho messo, poi ad asciugare su un foglio di carta forno, cercando di non farli attaccare l'un l'altro.
La seconda glassa l'ho fatta mettendo sul fuoco un tegame d'alluminio capiente con dentro 250 g di zucchero semolato e 250 ml di acqua. Ho messo sul fuoco a minimo!
Ho fatto bollire fino a quando si sono formate le piccole bolle e l'acqua era quasi evaporata. Circa un'ora!
Ho versato i dolci e, continuando a stare sul fuoco, ho fatto ricoprire di zucchero fino a che si sono asciugati e si sono staccati uno dall'altro. Ho grattugiato un po' di buccia di limone per dare un buon sapore e profumo.
Ho versato il tutto su una teglia e fatto raffreddare.
Questi dolcetti si conservano per lungo tempo.
Ecco come sono all'interno, morbidi.
Piccoli e tondi si mangiano in solo boccone!
Quanto sono buoni!! Uno tira l’altro!!! Questa mattina ci ho fatto colazione.
E come sempre, vi lascio qualche immagine della cittá ancora in clima natalizio.
13 January 2010
Una ciambella.. e la giornata inizia con una marcia in più!
Per me la colazione é un rito irrinunciabile, e al mattino mi piace assaporarlo con calma in vista della giornata. I riti sono importanti per tutti noi, che siano la colazione, la meditazione o altro; e proprio durante questi piacevoli intervalli di tempo penso con gratitudine profonda a quanto la mia vita sia piena di cose grandi e piccole che danno un senso al mio vissuto; ringrazio per la vita e la salute che possiedo, e di vivere dove ho sempre desiderato vivere.
E, siccome a colazione mi piace anche variare, preparo sempre qualcosa di diverso, tempo permettendo. L'altra sera ho preparato questa ciambella stellosa che mette allegria in questa mattina grigia e nevosa. Mi sono concessa due fette di ciambella ed un bel tè bollente e profumato, assaporando il tutto seduta accanto alla finestra, dove oltre il vetro i fiocchi di neve scendevano giú danzanti e copiosi.
Avete notato la tazza? eheh, il nome del mio blog é scaturito da quella tazza!!
Ingredienti:
300 g di farina 00
100 g di maizena
3 uova (le mie erano grandi)
200 g di zucchero
125 g di yogurt di pesche
150 ml d'olio d'oliva (leggero)
una bustina di lievito per dolci
buccia di un limone grattugiata
una bustina di vanillina
marmellata di pesche q.b.
Con uno sbattitore elettrico lavorare le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto cremoso, chiaro e spumoso. Incorporare lo yogurt, l'olio, la buccia di limone grattugiata, la vanillina e la farina setacciata con la maizena e il lievito. Versare il composto in uno stampo a ciambella imburrato e spolverato di farina. Cuocere nella parte inferiore del forno preriscaldato a 180 gradi per 40 minuti circa. Scaldare la marmellata di pesche e spalmare sulla superficie della ciambella. Decorare come piú piace, con granella di nocciole, di noci, di mandorle, di zucchero a velo, di confetti colorati etc..
Il croccantino delle stelline di zucchero sopra la rende ancora più golosa!
Neve, neve e ancora neve.
Tè nero profumatissimo con pezzetti di mela, scorze d'arancia, ribes rosso, chiodi di garofano, pezzi di vaniglia e altri aromi.
12 January 2010
Bigné farciti con crema di pistacchio
Non finisco di finire una busta di pistacchi che giá un'altra mi é stata regalata, arriva all the way from Sicily. I miei amici sono tornati dalle vacanze e mi hanno portato anche dei dolcetti spettacolari, molto graditi, grazie amici miei, ricambieró al piú presto. E cosí, ho pensato di utilizzare questi pistacchi per farci la pasta di pistacchio, e poi, siccome avevo in mente di fare dei bigné, di farcirli con la crema al pistacchio. A dir la veritá, pensavo di fare la crema pasticcera e poi aggiugervi la pasta di pistacchio ma poi, mi é venuta in mente questa crema senza uova.
Ed approfittando di un pò di tempo libero, ho iniziato a tirar fuori il necessario e... ecco cosa é uscito fuori!
Qui vedete che sto preparando la pasta di pistacchio, l'ingrediente clou che dará alla mia preparazione il sapore e il colore del pistacchio.
E la crema che ho ottenuto da usare per farcire i bigné.
Per la pasta di pistacchio: meglio usare pistacchi ben pelati, perché la buccia che rimane attaccata ai pistacchi compromette il colore finale. La mia, a parte il colore, é squisitissima! Quindi frullate in un piccolo macinino/frullatore, 2 cucchiai di zucchero a velo e 100 g di pistacchi fino ad ottenere una crema liscia, un pó oleosa, non liquida.
Per la crema di pistacchio: ho eseguito questa ricetta qui, omettendo la cannella e aggiungendovi 4 - 5 cucchiai di pasta di pistacchio (piú ce ne mettiamo piú viene verde intenso), mescolato e lasciato cuocere a fuoco lento sino a quando ha raggiunto la consistenza desiderata.
Per i bigné: ho eseguito questa ricetta, in dosi doppie.
Spolverati di zucchero a velo.
Qui li ho coperti con ghiaccia reale colorata.
Chabba ti ringrazio tanto per questo dono, per la tua gentilezza e comprensione.
Ringrazio anche lunadargento per avermi donato il medesimo premio.
9 January 2010
Pandorino farcito e chocolate pudding
Ancora pandori in giro. Questo é l'ultimo pandorino che mi trovo in casa, l'ho vestito a festa. E' stato tagliato a fette orizzontali e bagnato con un po' di maraschino diluito con pochissima acqua, farcito prima di crema pasticcera e poi ricomposto, cominciando dalla base e rimettendo le fette una sopra l'altra in maniera asimmetrica, senza far combaciare le punte, così da avere alla fine una forma ad alberello (poiché questo é un pandorino non si nota la forma a stella), e decorato con ciliegie candide.
Chocolate pudding
L'ho fatto un mese fa, solo adesso mi sono ricordata di postarlo.
Ingredienti:
125 g cioccolato fondente
3 uova
80 g burro morbido
100 g di zucchero grezzo di canna
120 g di farina 00
un cucchiaio di lievito per dolci
2 cucchiai di Brandy
cioccolato bianco per la copertura.
Sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria. Sbattere metà dello zucchero con il burro fino a quando non diventa cremoso, unire poi, uno alla volta i tuorli, il cioccolato fuso, il Brandy. Setacciare insieme la farina e il lievito, unire il tutto al composto. Montare i bianchi d'uovo a neve ben ferma con lo zucchero rimasto. Unire al composto mescolando delicatamente con un cucchiao dall'alto verso l'alto. Ungere leggermente uno stampo da pudding con il burro. Versare il composto nello stampo e sigillare con un foglio di alluminio. Mettere lo stampo in una teglia piena d'acqua bollente fino a metà stampo del budino. Infornare a 180° in forno preriscaldato per un'ora. Terminato il tempo di cottura, aiutarsi con un coltello tra le pareti dello stampo e il pudding in modo da staccarlo leggermente e capovolgere su un piatto di portata.
Per la copertura: sciogliere a bagnomaria del cioccolato bianco e versare sul pudding, decorare con una foglia di trifoglio.
Il Xmas plum pudding non l'ho fatto io, me lo ha regalato la mia vicina di casa, un'arzilla nonnina scozzese. E' un dolce tradizionale natalizio britannico, letteralmente tradotto "budino di prugne" anche se le prugne con la ricetta non c'entrano niente. L'inglese antico definiva l'uva sultanina con la parola "plum". Gli ingredienti usati sono: l'uva sultanina, la frutta secca, il pane, le spezie, il grasso di rognone, il Brandy.. viene cotto a bagnomaria e preparato almeno 3 settimane prima, e servito con la Brandy butter. A me piace ma non mi fa impazzire, e poiché é molto denso e pesante, un mattone, ci vogliono giorni per digerirlo, evito di mangiarlo, l'assaggio solamente.